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COSA È LO ZEN

 


Kodo Sawaki Roshi (1880 - 1965)

 

La parola giapponese Zen deriva dal cinese ch'an e dal sanscrito dhyana, che significa non solo "meditazione" ma anche "tutto, insieme". La traduzione occidentale poco si presta a descrivere il molteplice senso originario del termine, che usa il significato di meditazione più come il centro su cui ruota il vero e più completo significato. Lo stesso è per la pratica Zen: attraverso di essa il Maestro educa i discepoli ad una esperienza completa e profonda della vita, rinunciando alle distorsioni dell'ego ed ai filtri che assorbiamo inconsciamente dall'ambiente in cui viviamo; senza questi, noi possiamo sperimentare la realtà così com'è, fino ad arrivare a liberarci dalla sofferenza.

"...Versare tutta l'acqua di un recipiente così com'è in un altro..." Questa frase del M° Dogen (1200-1253) con grande chiarezza illustra il fulcro dell'educazione Zen e cioè alimentare continuamente il rapporto tra Maestro e discepolo, un contatto da persona a persona, da esperienza a esperienza al di là di astrattismi e speculazioni dialettiche.

“Vivere in quelle condizioni di silenzio e concentrazione che permettono l’esprimersi di un’autentica saggezza. Realizzare ad ogni istante, in ogni gesto della vita quotidiana, la divinità dell’essere umano...Senza cercare una condizione speciale o sovrumana di coscienza, tornare semplicemente alla condizione normale del corpo e della mente, assaporando ogni momento la certezza dell’espressione esistenziale più autentica, individuale come collettiva...Tale è la vita in un Tempio Zen; non il suo fine, ma la pura e semplice realtà.”

Fausto Taiten Guareschi

Principi dello Zen

Dai commenti di Taisen Deshimaru Roshi allo Shōbōgenzō e all'Eihei Koroku di Dōgen Zenji

SHŌDEN NO BUPPŌ "il vero Buddhadharma (Buppo), ininterrotto tramandamento (shōden)".
"Zazen è la verità cosmica trasmessa".
"E' Shikantaza, al di là della coscienza personale. In quel momento il corpo-mente diviene il cosmo stesso, e il cosmo è corpo-mente. Tale è Shōden no buppō, l'essenza dello Zen, l'essenza delle religioni. Il corpo, la mente, il respiro divengono unità. Spingere il cielo con la testa, la terra con le ginocchia... Se la postura è esatta, la coscienza hishiryō appare. La coscienza segue l'Ordine cosmico".
"Zazen è la forma veritativa trasmessa da Maestro a discepolo, l'esperienza vitale di Buddha Shakyamuni, il suo carattere, la coscienza vitale del Risveglio mantenuta tale e quale il primo giorno. Quel che è trasmesso è il Risveglio di Shakyamuni - né un'idea, né un'esperienza, ma un nulla vuoto e senza lacune”.
"Dall'India alla Cina, il nostro lignaggio continuō in Giappone fino a diffondersi in Occidente ai giorni nostri".


Nichi Nichi Kore Koujutsu
(Non c'è giorno che non sia un buon giorno)
incisione su pietra
di Paolo Taigō Spongia

SHU SHŌ ICHI NYŌ, L’Esercizio (shu) e realizzazione (shō) sono unità (ichinyō).
"Shu si riferisce al comportamento, all'esercizio, all'azione. Ha due significati: ‘studiare, apprendere’ e ‘ritornare all'origine’. Shō: risvegliarsi, comprendere, prendere coscienza. A partire da pensieri buoni o cattivi, limpido sgorga il Risveglio. Attenti alla postura - la bocca, le mani, la coscienza... - shu è anche shō ed attiene a tutte le azioni della giornata - i due non sono mai separati".
"Se abbandoniamo ogni cosa e non ci aspettiamo niente, il vero Risveglio originale ci riempie le mani...Attraverso il corpo si realizza la vera pratica - saggezza piena, perfetta".

SHO BUTSU ICHINYŌ, "Tutte le forme di vita (sho) e Buddha (Butsu) sono unità (ichinyō).”
"Fra me e Buddha, fra Dio e me non c'è punto di giunzione nè di separazione. Buddha entra in me, l'ego entra nel Buddha. Tutto il cosmo entra in me, l'ego entra in tutto il cosmo. Il soggettivo e l'oggettivo s'interpenetrano". "A livello del Risveglio, non c'è differenza: ku soku ze shiki. A partire da ku - esistenza senza noumeno - i fenomeni (shiki) appaiono. Ma dietro, in fondo, non c'è sostanza: Buddha, come gli esseri senzienti, non hanno sostanza." "La vostra postura è Buddha, Dio".

JIJUYU ZANMAI, "il Samadhi (Zanmai) della propria (ji) piena gioiosa soddisfazione (juyu)".
"Jijuyu: accogliere, ricercare attraverso se stessi; Zanmai, Samadhi. Zazen è Ji Juyu Zanmai”
"La pratica di Zazen genera l'atto potenziale infinito che si ripercuote qui ed ora, attraverso tutto il cosmo, e questo atto si perpetua per l'eternità: l'eternità si rende viva nel presente, nel qui ed ora di ogni azione".
"Tutto ciò che vive con noi (environnement) e la mente sono realizzati, sono il Risveglio stesso".
“Quando una sola persona dimentica di sè siede in Zazen, in quel preciso momento gli alberi, la terra, le montagne, i fiumi, i campi, i sassi intensamente brillano, s'illuminano e ritornano tutta la loro energia al cosmo intero"
“E’ divenire unità con il cosmo, con lo spirito del Maestro".
"Tutto esiste inconsciamente naturalmente automaticamente, senza che nessun pensiero dimori: è la giusta armonia che produce hishiryō.”

KYŌ GYŌ SHŌ ITTO, l'insegnamento (kyō), il Dharma, la Parola, l'espressione creativa son di difficile realizzazione (shō) senza un ripetuto esercizio (gyō).
Quindi Kyō gyō shō esistono in unità (itto), non esistono separati.
“Kyō gyō shō sono lo Zazen stesso - la postura più grande, la respirazione più profonda, la coscienza più vasta, infinita, il satori, la più grande saggezza, hannya".
"Se una pietra, una colonna, una volpe selvatica possiedono il vero Dharma e hanno ottenuto il midollo del Maestro, dovete fare il massimo sforzo per servirli, anche a prezzo del sacrificio del vostro corpo e mente".
"Se avete già incontrato il vero Maestro, abbandonate le vecchie relazioni e non passate invano il vostro tempo. Concentratevi a praticare la Via con il pensiero e il non-pensiero o anche solo con la metà di questa mente. Praticate come per spegnere il fuoco che vi brucia sulla testa".
"Un insegnamento singolare mira al darsi fedele. Dov'è il fiume, dove si puō bere l'acqua pura? La mandria lo ignora, è il mandriano a condurla. Il Maestro con la sua educazione, il suo zazen, le sue conferenze, i suoi insegnamenti non fa che accompagnare il discepolo: con la ripetizione (gyō) costui saprà da solo trovare il fiume e bere".

zazen
Zazen
incisione su pietra
di Paolo Taigō Spongia

BUTSU KŌJŌ NO HŌMON, "al di là del Buddha (Butsu kōjō) è la porta del Dharma (hōmon)".
"Buddha è il nostro riferimento ideale ma un eccessivo attaccamento lo rende separato da noi, come un oggetto esterno trascendente. Essere-divenire Buddha è la dimensione del nostro corpo, della nostra mente".
"Verso il Buddha, oltre il Buddha. Rispetta il Buddha ma non dipenderne e non contarci. Ciò non significa andar contro l'insegnamento del Buddha. Dopo la morte, nessuno ci darà un premio o una punizione. Qui ed ora, Dio o Buddha sono- divengono in noi stessi. Come fare? Fresca, viva la vera saggezza ad ogni istante si crea".
"Agire con uno spirito mushotoku, senza scopo né profitto, è la giusta attitudine. La vera libertà è in noi stessi, al di là di Dio o di Buddha. Quando entro nel Dōjō e faccio sampai, mi prosterno davanti alla statua di Buddha, ma soprattutto a voi, alla vostra postura di Buddha viventi".

SHIN JIN ICHINYŌ, "Corpo e mente (shin jin) sono unità (ichinyō)".
"Se corpo e mente sono in unità e in perfetta armonia, condizione che si puō comprendere durante Zazen, il Samadhi si manifesta, la vera Via del Buddha si realizza… Fra l'oggetto conosciuto e il soggetto che conosce - nessuna differenziazione. Questo è governare il corpo e la mente. La mente è come un cavaliere sul suo cavallo (il corpo).
'Non c'è cavaliere sulla sella e sotto la sella non c'è cavallo', è un grande koan. Nella coscienza hishiryo, né attaccamenti nè perturbazioni. Come le nuvole che si levano dalla montagna, o il riflesso della luna sul fiume vallivo. La luna è me, io sono la luna. / Che cos'è la luna? Che cosa sono io?/ Non si puō distinguerli./ La mia mente e questa luna sono con-fusi./ La luna di questa notte ha rischiarato il cielo / della mia mente".

"Dōgen diceva già nel XII secolo che si può pensare col corpo. E questa è un'idea che attualmente la scienza conferma. I grandi Maestri l'hanno presentito inconsciamente e l'hanno trasmesso ai loro discepoli. Oggi ci sono psicologi e fisiologi che s'interessano allo Zen, ma molto spesso essi non intendono praticarlo direttamente e non hanno modo di comprenderlo realmente. Voi che praticate siete molto preziosi e l'esperienza che vivete si rivelerà essenziale. Zazen è shin jin (corpo-mente) datsu (togliere) raku (gettar via): corpo e mente spogli. Così durante lo Zazen il potere cosmico fondamentale si compenetra nella totalità del corpo-mente (domanda-risposta interattiva) definisce la condizione di Samadhi".

HISHIRYO, la coscienza infinita.
"Qualcuno chiese al maestro Zen Yakusan (cin. Yaoshan, 745-828): 'Maestro, che cosa pensate durante Zazen?'. 'Penso senza pensare'. 'Come si può pensare senza pensare?'. 'Pensa - senza pensare pensa!'. Lascia che sia il corpo a pensare; dalla giusta tensione nasce quello che chiamiamo "pensiero cosmico" o coscienza assoluta, hishiryō - al di là del pensiero e del non-pensiero. 'Immobili come una montagna, pensiamo senza pensare. Questa è in sè l'arte essenziale dello Zazen' (Dōgen Zenji). Inconsciamente armonizzate con il cambiamento, vi tuffate nell'esistenza, seguite il ritmo della vita, siete la vita, il Sè originale, Buddha - pensate con il pensiero del Buddha, mente limpida dove tutto appare e scompare in un lampo. E' come il cielo attraversato da nubi. Poche, molte o nessuna, di qualunque forma o colore, non alterano nè disturbano il cielo. Così i pensieri vengono e vanno liberi nella vastità della coscienza hishiryō.
Hishiryō comprende in un solo sguardo la vita del mare e delle onde. Non ci sarà mai un mare senza onde. Perciò la mente hishiryō, accogliente e libera da ogni paragone, non fa differenza tra illusione e verità, non rifiuta l'una per inseguire l'altra, ma accoglie quietamente il loro eterno interpenetrarsi, come il respiro della vita; non discrimina tra il bene e il male, tra le cose, tra gli esseri, così come la Via di Mezzo di Shakyamuni Buddha. Non cercate dentro o fuori di voi questa mente hishiryō. Sedete con vigore, tendete la nuca, rientrate il mento. L'attività della coscienza hishiryō è esattamente questo e voi, che ne siate consapevoli o meno, ne state partecipando".


Nana karobi ya oki
(Sette volte cadi, otto volte rialzati)
incisione su pietra
di Paolo Taigō Spongia

MUSHOTOKU, l'azione senza scopo.
"Mushotoku é lo spirito di non-profitto: senza scopo, senza un oggetto o un obiettivo definito, con purezza e autenticità.
'Quando praticate il Buddha-Dharma' scrive Dōgen Zenji 'non dovreste farlo per vostro vantaggio. Astenetevi dall'inseguire o dal rifiutare qualunque cosa. Liberatevi dal desiderio per la fama e il profitto. Non praticate zazen nell'intento di guadagnare una buona reputazione.'
E’ l'esercizio di zazen-shikantaza: solo e semplicemente seduti, nient'altro che seduti. In ogni azione della vita è possibile applicarsi allo stesso modo, spendendosi completamente in ogni cosa. Lo spirito di non-profitto è il genuino esercizio della libertà, il segreto della pratica.
'Zazen è inutile, non serve a niente!’, diceva Kōdō Sawaki. Il progetto umano non lo subordina. Anche il desiderio di liberarsi dalla noia o dalla sofferenza, di realizzare la pace dello spirito o di ottenere la saggezza è solo fabbricazione umana. Il Risveglio è disfarsi di sé e di ogni ricerca. Nessun attaccamento, nessuna aspettativa - perdita assoluta.
"Senza aspettarsi qualcosa in cambio, offrirsi a viso aperto dando un senso di fiducia, di sollievo. Senza oggetto, è la mente non impedita dal proprio egoismo. La libertà non è l'egoismo. Dare troppa importanza a se stessi è solo fonte di preoccupazione, di difficoltà e di timori. Inconsciamente, irriducibilmente liberi: mushotoku è l'abbandono di sé, dei propri pensieri, delle costruzioni mentali. La vera compassione consiste in questo abbandono, da cui trae origine e a cui ritorna."

Zazen
“semplicemente seduti”

Non distratti né disturbati da nulla,
dobbiamo lasciare il corpo e la mente agire e reagire liberamente,
in piena armonia con la situazione.
Ciò è possibile solo se sappiamo cogliere quello che l’occasione
rappresenta in ogni istante della nostra vita,
osservando profondamente noi stessi,
le nostre vere caratteristiche.
La pratica di Zazen rappresenta da ogni punto di vista questa opportunità.

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